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Roma

Così immagino la mia città, camminando in giardini di un altro tempo, che non mi appartengono, che mitigano le mie paure, le mie angosce, ma non mi appartengono. Sono il retaggio di quel divenire continuo che mi porta spesso lontano, a vagare in mondi che sono il piccolo grande tesoro di qualcun altro e di tutti. Mondi i idee e di forme tramandateci come scenari di una commedia umana che appaga solo il senso estetico. Mondi offuscati, dove la gente, così trasparente, così invisibile, cerca affannosamente quello che già possiede.

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