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Newton ci ha dato i calcoli sulla Forza di gravità, ignaro egli stesso di come si propagasse realmente e cosa la trasmettesse. Einstein dimostrò che è lo spazio-tempo stesso a trasmettere la Gravità con deformazioni e curvature in presenza di una massa. Kaluza pensò di elaborare le equazioni della Forza elettromagnetica in quattro dimensioni, come un insieme di deformazioni e curvature: oltre a quelle di Einstein, emerse in modo naturale anche l'equazione con cui la scienza descriveva la Forza elettromagnetica. Con l'ipotesi della quarta dimensione Kaluza pensò di aver trovato la Teoria del tutto, l'essenza profonda. Negli anni successivi, Klein ipotizzò dimensioni talmente piccole e raggomitolate nel tessuto dello spazio-tempo da sfuggire all'osservazione. La moderna "Teoria" delle Superstringhe dà all'ipotesi di Kaluza nuova luce. Le particelle elementari "indivisibili" sono filamenti di energia che vibrano, e così come le corde di un violino vibrando producono diverse note, così le Stringhe producono particelle diverse che vanno a comporre l'Universo che conosciamo. Tutte le particelle sono nate da un'unica entità: la Stringa. L'ipotesi delle Superstringhe funziona solo in un Universo con undici dimensioni quindi, come teorizzato da Kaluza e Klein, il nostro mondo dovrebbe avere altre dimensioni oltre a quelle visibili. Tali dimensioni in cui le particelle fluttuano sarebbero molto intrecciate, piegate su se stesse e compattificate in forme o spazi di Calabi-Yau  la cui geometria influenzerebbe le vibrazioni di stringa da cui prendono vita le particelle che compongono l'Universo. Se conoscessimo esattamente le forme di questi spazi, potremmo calcolare esattamente quali particelle si generano e, se queste coincidessero con quelle che oggi descrivono il mondo che ci circonda, conosceremmo tutte le note della melodia cosmica suonata dall'Universo.  Il caso, sarebbe solo una delle strade di un processo deterministico.

Brevissimo cenno alle Stringhe

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